NOTIZIE PAZZE
Sito web www.ilmattino.it del 09/02/2010
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Loculi nuovi troppo corti e la bara resta sospesa | Leggi le altre notizie |
ARIANO IRPINO (9 febbraio) - Sono tempi stretti, si tira la cinghia. Nel cimitero di Ariano sono pure tempi corti, loculi inclusi. Colpa dei venti di crisi che spirano sul Tricolle, tagliando le misure all’estrema dimora. E Mario Salandra, buonanima, si ritrova con la bara, dalla cintola in giù, fuori dall’urna.
Una vicenda a metà (pure questa) fra De Filippo e Trilussa, che inizia secondo canone e sfiora la farsa. C’è il corteo, coi parenti in lacrime; la benedizione e la commozione a incorniciare l’estremo saluto.
I necrofori alzano il feretro, lo poggiano all’altezza del loculo; provano a farlo scivolare all’interno, senza scossoni, un ultimo omaggio alla salma.
La voce del parroco scandisce l’eterno riposo, gli altri in controcanto, aspettando il sigillo: che non arriva. La bara non entra: un segnale? È il caro estinto?
L’atmosfera gira dal lutto alla sorpresa, dal disappunto alla commedia. «È una storia di geometrie creative - si bisbiglia - di loculi a misure ridotte venduti a prezzi allungati». I congiunti - giustamente - non ci stanno, si rivolgono al Comune.
«Una situazione assurda - denuncia il genero del defunto, Giancarlo Guardabascio - Abbiamo chiesto al municipio cosa fare. Gli addetti mi hanno risposto che non era un loro problema, che al massimo si poteva tagliare la bara». Una replica inaccettabile, priva di logica e di sensibilità. Se questa è la burocrazia, meglio metterci (tanto per stare in tema) una pietra sopra. Il genero sbotta: «Ci siamo sentiti presi in giro; un’offesa a noi e, soprattutto, alla memoria dello scomparso. Siamo andati di persona nell’ufficio. Qui non hanno trovato di meglio da fare che negare quanto affermato pochi minuti prima per telefono. In più, ci hanno allontanato in malo modo».
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