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Sito web www.ilmattino.it del 25/06/2011
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Dito rotto facendo "flic floc": suocero e genero in causa da cinque anni | Leggi le altre notizie |
TREVISO - Definirla una storia infinita forse è troppo, ma di certo estenuante e al limite dell'assurdo le calzano a pennello. Se si pensa poi ai soldi spesi per celebrare cinque anni di udienze che al momento si sono risolte con una condanna al pagamento di una multa di 158 euro, alla quale seguirà pure il ricorso in appello, pare davvero fuori da ogni logica. Il motivo del contendere? Una banalissimo gioco alla sagra paesana di San Pellegrino, frazione di Crocetta del Montello, al termine del quale un 37enne si è ritrovato con il dito medio della mano destra fratturato, con una prognosi di 44 giorni. A causarla fu il padre della sua ragazza, un uomo di 66 anni, che è stato trascinato in tribunale da quello che sarebbe dovuto diventare suo genero. Fatto sta che dal 23 luglio del 2006 è iniziata la sequela giudiziaria tra i due. Ma andiamo con ordine.
I contendenti erano seduti a mangiare nello stand della sagra paesana. Una serata di festa nel corso della quale l'imputato iniziò a giocare a «flic floc» con i presenti. Quando arrivò il turno del 37enne la stretta con le dita del padre della sua ragazza provocò la frattura scomposta. Secondo il giovane il gesto aveva il chiaro intento di far male, per il 66enne si trattò di una semplice fatalità.
Il 22 settembre del 2008 il giudice di pace di Montebelluna Maurizio Redeghieri diede ragione proprio a lui, assolvendolo perché il fatto non sussisteva. La sentenza venne impugnata e la Procura Generale presso la Corte d'Appello di Venezia presentò ricorso in Cassazione per «mancanza, manifesta illogicità e contraddittorietà della motivazione ed erronea applicazione della legge penale». Quest'ultima si è pronunciata annullando la sentenza e rinviando il procedimento affinchè un altro giudice valutasse in diritto i profili o meno di colpa. Nel 2008 il pm aveva chiesto e ottenuto l'assoluzione e stavolta, a quasi tre anni di distanza, di fronte alla stesse risultanze probatorie un altro pm ha chiesto e ottenuto la condanna. Di sicuro c'è solo che la questione non è chiusa visto che è già pronto il ricorso in appello.
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